Gli studenti spesso ostentano sicurezza e
autonomia, ma un docente (o un qualsiasi educatore) sa quanto in realtà si
appoggiano ad ogni parola detta dagli altri, quanto una semplice frase possa
girare incessantemente nelle loro teste e segnarli in modo profondo.
Per questo voi che ci allenate alla vita: quando parlate con un vostro studente
ricordatevi che certe cose è importante dirle. E certe altre tacerle.
Facendovi esempi in termini sportivi .....cari genitori non dite mai a vostro
figlio che "è colpa dell'allenatore se si perde una partita”, anche se secondo
voi è la verità. Non date alibi, non offrite scuse. Non rendete i vostri figli
dei campioni incompresi, ma aiutateli a diventare uomini e donne consapevoli di
sé, corretti, realisti. Perché anche se non ve ne rendete conto, togliendo agli
atleti la responsabilità della sconfitta non li aiutate affatto. Non li rendete
più consapevoli, non li migliorate tecnicamente. E soprattutto non insegnate a
quelli che saranno gli uomini e le donne di domani il valore dell'autocritica.
Non dite mai a vostro figlio "sei il migliore” o "sei il peggiore”, nemmeno se
è la verità. Perché non c'è modo migliore di tarpare le ali ad una persona del
definirla secondo schemi predefiniti.
Non dite mai "fai di testa tua, gioca la tua partita”. Perché nemmeno chi corre
i cento metri in solitaria può permettersi di gareggiare senza tener conto di
chi gli sta di fianco. Perché la squadra funziona se i singoli elementi remano
nella stessa direzione e non c'è gloria o onore nel mettersi in evidenza
sacrificando il gruppo.
Non dite mai ai vostri ragazzi, ai vostri atleti, che "non si vive con le
passioni”, perché non è vero. Anche se molti di noi non giocheranno mai in
nazionale, anche se tantissimi non andranno mai in televisione a cantare l'inno
di Mameli di passione si vive eccome. La passione è il combustibile della vita,
è ciò che smuove, guida e movimenta l'intera esistenza di una persona. Di
passione si vive, grazie ad essa si cresce, ci si rialza, si continua a
combattere.
Non dite mai, vi prego, "prima la scuola e poi le passioni”. Perché mi rifiuto
di credere che queste siano due opzioni che possono essere scelte solo in via
alternativa. Mi rifiuto di credere che si possa essere dei buoni studenti solo
se si sacrifica la propria passione e mi rifiuto di credere che non si possa nutrire
grandi passioni nonostante lo studio.
Non date alibi, ancora una volta, ai ragazzi. Non mostrategli scorciatoie, non
indicategli la strada più semplice. Insegnategli a prendere le loro
responsabilità sulle spalle e a portarle avanti tutte insieme. Non lasciateli
mollare, non lasciateli scappare alla prima difficoltà.
Non dite mai, "non sei capace”. Non dite
mai "non sei in grado”. Non sminuite mai, nemmeno per scherzo, quelle che sono
le possibilità di ciascun ragazzo, nemmeno se il vostro scopo è quello di
proteggerlo evitando una eventuale delusione. Perché ciascuno di noi vive nella
costante incertezza, nel costante dubbio del "sarò abbastanza?” Basta poco, a
volte pochissimo, per far perdere l'equilibrio.
Non dite mai "ci penso io, sistemo io la situazione”, perché arriverà un
momento in cui i ragazzi saranno costretti a camminare con le proprie gambe e
in quel preciso istante rimpiangeranno tutte le occasioni in cui non si sono fatti
valere di persona, ma abbiamo mandato avanti altri. Non crediate di fare il
loro interesse nel proteggerli sempre e comunque, non crediate che questo sia
il loro desiderio.
Non sottovalutate mai il potere che hanno i ragazzi e le ragazze di oggi, anche
quelli che sembrano più fragili. Non sottovalutate il valore dei loro ideali,
la compattezza dei loro sogni, la grandezza dei loro cuori e delle loro menti.
Spingeteli a scendere in campo sempre e comunque, a dare quel che possono in
ogni occasione, a difendere i loro pensieri, a lottare per ciò che loro
vogliono.
Non dategli alibi, ma stimoli.
Colo